giovedì 25 marzo 2021

Nuovo digitale terrestre, la tua TV è compatibile ?


Nuovo digitale terrestre, la tua TV è compatibile ?

Il 2021 è l’anno del nuovo digitale terrestre: 

non farti trovare impreparato, ecco come verificare se la tua TV è compatibile oppure no.


Amore


In Italia – da settembre 2021 – inizierà l’adozione, regione per regione, delle nuove frequenze del digitale terrestre. Lo standard DVB-T2 comporterà l’utilizzo di un nuovo tipo di decoder per poter funzionare: molte TV più recenti ne sono già dotate, mentre altre non e sarà necessario acquistare un dispositivo esterno. Ecco come verificare in pochi secondi se la tua TV

 integra già il decoder necessario oppure no.



Nuovo digitale terrestre: il test di compatibilità per le TV

Il test per controllare la compatibilità delle TV che hai in casa con il digitale terrestre DVB-T2 è molto semplice e comporta soltanto la sintonizzazione della televisione su determinati canali.


Tutto quello che ti occorre fare è selezionare prima il canale 100 oppure il canale 200. Se come risultato ottieni una schermata come quella pubblicata qui sotto, allora la tua TV è compatibile. Se invece non riesci a sintonizzarti, possono esserci due motivazioni:


la compatibilità c’è, ma prima di fare il test devi ri-sintonizzare i canali tramite ricerca automatica;

la compatibilità non c’è ed hai quindi bisogno di un decoder esterno compatibile con il digitale terrestre DVB-T2.



L'incentivo per il DVB-T2 arriva fino a 50 euro


Sarà trascorso un decennio dal passaggio delle trasmissioni televisive dall’analogico al digitale quando in Italia avverrà un nuovo switch, quello verso lo standard DVB-T2. Il termine ultimo è fissato per il 30 giugno 2022, dopodiché senza un apparecchio adeguato ci si troverà tagliati fuori dalla visione dei palinsesti. Oggi le prime informazioni concrete su quello che sarà l’incentivo 

(o mini-incentivo) all’acquisto.



DVB-T2: incentivo fino a 50 euro

Arriva con un decreto attuativo firmato da MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) e MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze). La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è attesa entro pochi giorni. Un bonus fino a 50 euro sotto forma di sconto immediato sull’acquisto destinato alle famiglie con ISEE non superiore a 20.000 euro. Si potrà utilizzare anche comprando online, per un nuovo televisore o un decoder con supporto alla tecnologia.


Sarà possibile chiedere di beneficiare del contributo all’atto dell’acquisto, a partire dal 30esimo giorno dalla comparsa in G.U. e non oltre il 31 dicembre 2022. Meglio comunque non attendere troppo, poiché una volta esaurite le risorse i ritardatari resteranno a bocca asciutta. Al momento i fondi stanziati ammontano a 151 milioni di euro, ma potrebbero essere incrementati. Di questi, una parte dei quali finirà all’Agenzia delle Entrate per i costi di gestione delle pratiche.


Quali gli apparecchi acquistabili con incentivo? Secondo il testo, quelli “atti a ricevere programmi e servizi radiotelevisivi, dotati in caso di decoder anche di presa o di convertitore idonei ai collegamenti alla presa SCART dei televisori, con interfacce di programmi aperte, laddove presenti, a prescindere dalla piattaforma tecnologica del consumatore, sia essa terrestre, satellitare e, ove disponibile, via cavo”. Più in generale quelli con supporto a DVB-T2 HEVC (High Efficiency Video Coding) Main 10 (10-bit).


Il MISE ospiterà sul proprio portale l’elenco dei prodotti compatibili fornito dai singoli produttori, aiutando così l’utente nella scelta. Per i venditori, sia negozi fisici sia e-commerce, ci sarà l’obbligo di registrarsi attraverso un apposito servizio offerto dall’Agenzia delle Entrate a partire da 15 giorni prima dell’introduzione del bonus. L’acquirente dovrà invece presentare al negoziante documento d’identità e dichiarazione sostitutiva di atto notorio per certificare il proprio ISEE inferiore ai 20.000 euro e per affermare che altri componenti del proprio nucleo familiare non ne hanno ancora fruito.




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MARLON BRANDO RIFIUTA L’OSCAR

MARLON BRANDO RIFIUTA L’OSCAR

“.. Era il 5 marzo del 1973. L'attore non ritirò mai l'Oscar per Il Padrino. Al suo posto mandò una giovane Apache, Sacheen Littlefeather. 

E scrisse una lettera che è ancora un atto d'accusa contro il potere.”

Los Angeles, California. Era la notte del 5 marzo del 1973. Due gli ospiti d’onore che aspettano gli Oscar per farne incetta: Bob Fosse con Cabaret e Francis Ford Coppola con Il Padrino, una ventina di nomination in due. Fanno fuori tutte le portate principali, fra cui quelle di miglior attore e di miglior attrice. Le statuette vanno a Marlon Brando e Liza Minnelli. Ma Brando che è al secondo Oscar, dopo Fronte del Porto, boicotta lo show.

Liv Ullman e Roger Moore, che presentavano la serata, lo chiamano sul palco. Al posto dell'attore si presenta una ragazza. E' Sacheen Littlefeather, vestita da vera Apache, che spiega con fermezza le obiezioni dell’attore contro l’immagine che la tv e il cinema hanno dato degli Indiani d’America nel corso degli anni. Fischi, urla.

Sacheen però non molla. Dice: "Sono una Apache e sono la presidente del National Native American Affirmative Image Committee (comitato degli affari degli Indiani d’America). Stasera rappresento Brando e mi ha detto di dirvi, in un discorso molto lungo che non posso condividere con voi attualmente, per motivi di tempo, ma che sarò lieta di condividere con la stampa più tardi, che non può accettare questo generoso premio a causa del trattamento oggi riservato agli indiani d’America nell’industria del cinema".

Quella lettera era e rimane un atto d'accusa pesantissimo nei confronti del governo a Stelle e Strisce. Ed è a tutt'oggi un gesto di ribellione valido in tutti i casi in cui il potere schiaccia le minoranze. Brando scriveva: "Per duecento anni abbiamo detto agli Indiani, che si battevano per la loro terra, le loro famiglie e il loro diritto di essere liberi: ‘deponete le armi, amici, e vivremo insieme’; quando loro hanno deposto le armi, li abbiamo uccisi. Abbiamo mentito, li abbiamo privati delle loro terre. Li abbiamo costretti a firmare accordi fraudolenti, che abbiamo chiamato ‘trattati’, e che non abbiamo mai mantenuto. Li abbiamo trasformati in mendicanti in un continente che ha dato loro la vita (...). Quando i bambini indiani guardano la televisione, e guardano i film, e quando vedono la loro razza raffigurata come è nei film, le loro menti si feriscono in modi che non possiamo immaginare”. 

Marlon Brando concluse quella lettera potente con una frase che dovrebbe essere mandata a memoria ovunque i diritti vengano schiacciati, ovunque la vita venga trattata come un imprevisto, ovunque l'umanità sia presa a calci dal potere: "Se non siamo l’angelo custode di nostro fratello, almeno lasciateci non essere il suo carnefice.”

Nel 1979 in Pocahontas, una canzone a sostegno degli indiani d'America, contenuta nell'album Rust Never Sleeps, il musicista canadese Neil Young omaggiò il gesto di Brando. La canzone recita più o meno così: "Vorrei essere un cacciatore. Darei mille pelli per passare una notte con Pocahontas. E scoprire e come si sentì al mattino nelle verdi pianure. Nella terra natia che non abbiamo mai visto. E forse Marlon Brando

sarà li accanto al fuoco. Ci siederemo e parleremo di Hollywood. Marlon Brando, Pocahontas e io..."

Lasciateci non essere i carnefici delle nostre sorelle, dei nostri fratelli. 




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Fabrizio Corona deve tornare in carcere


Fabrizio Corona deve tornare in carcere


 Sui social mostra il volto insanguinato. Poi danneggia ambulanza spaccando vetro


Si mostra sui social col viso sporco di sangue e attacca i magistrati: "Mi taglio la vita se non viene il presidente del tribunale di sorveglianza" Il suo legale: appena lo ha saputo si "è ferito ai polsi".



Fabrizio Corona deve tornare in carcere. Lo ha deciso il tribunale di Sorveglianza di Milano revocando il differimento pena in detenzione domiciliare e, come ha spiegato il suo legale Ivano Chiesa, l'ex fotografo dei vip "appena gliel'ho comunicato, si è ferito ai polsi. E ora sono qui con lui e abbiamo chiamato l'ambulanza".


Dopo il gesto di autolesionismo compiuto stamattina, alla notizia che dovrà tornare in carcere, Corona è stato trasportato al Niguarda in codice verde Fabrizio Corona. L'ex "re dei paparazzi" ha mostrato il suo volto insanguinato nelle stories di Instagram e le sue braccia ferite, prima di essere prelevato dalla polizia. Ma in giornata Facebook ha annunciato di aver rimosso i post dai contenuti autolesionistici.


Sul posto infatti è intervenuta una squadra di agenti della Questura, oltre ai sanitari del 118. Nelle stories precedenti aveva accusato i magistrati di aver 'creato un mostro', promettendo: 

"Questo è solo l'inizio".

Corona ha anche frantumato un vetro dell'ambulanza che lo aspettava per portarlo all'ospedale Niguarda, a causa dei tagli che si è procurato alle braccia dopo aver saputo che doveva tornare in carcere. Gridando "che cosa fate qui, andate via", l'ex fotografo dei vip ha cercato di sfilarsi alle braccia dei poliziotti, puntando i piedi per poi colpire il vetro dell'ambulanza e calciare vigorosamente.


Il mezzo danneggiato è dell'associazione "Croce Maria Bambina" di Milano. "A fronte di quanto accaduto Croce Maria Bambina si riserva ogni e più opportuna azione giudiziaria, sottolineando come la violenza sia da condannare sempre, a maggior ragione quando è rivolta verso un mezzo di soccorso ed i volontari che vi operano a bordo", lo ha dichiarato l'avvocato Daniele Pizzi, legale dell'ente.


Nell'ultimo video, pubblicato sempre su Instagram, Corona, prima di andare in ospedale, parla con sua madre che piange e cerca di tranquillizzarla: "Abbiamo una dignità". E le dice di non preoccuparsi per la sua salute dopo il gesto di autolesionismo che ha compiuto appena ha saputo stamani del provvedimento con cui la Sorveglianza ha deciso che deve tornare in carcere a scontare la sua pena.


Un provvedimento preso dai giudici per violazioni in serie delle prescrizioni in detenzione domiciliare, che aveva ottenuto più di un anno fa.



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mercoledì 24 marzo 2021

Formigoni è stato condannato a 5 anni e 10 mesi


Formigoni è stato condannato a 5 anni e 10 mesi


Ci ricordiamo perché?

Per avere preso almeno 6,6 milioni di tangenti in cambio di almeno 

200 milioni di euro prelevati dalle casse della sanità 

pubblica, cioè soldi nostri,  e averli convogliati  alle cliniche private 

della regione Lombardia, tipo il San Raffaele, 


che hanno tutto il diritto di esistere ma possibilmente con fondi loro,  cioè privati. 

Quanti posti di rianimazione si creano con 200 milioni?

 Quanti  respiratori, quante mascherine, quanti tamponi  si 

comprano?

FIRMA PER COMMISSARIARE LA REGIONE

https://iovax.blogspot.com/2021/03/covid-19-la-regione-peggiore-da.html


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COVID-19 LA REGIONE PEGGIORE DA COMMISSARIARE

COVID-19 LA REGIONE PEGGIORE DA COMMISSARIARE

Non è un problema di singoli amministratori, di singoli personaggi. La disorganizzazione da terzo mondo registratesi in Lombardia fin dagli esordi della pandemia, con le stragi di Codogno, del bergamasco, delle RSA con migliaia di anziani condannati a morte dalle decisioni criminali, tutt'ora sotto indagine da parte della magistratura, di inviare i contagiati nelle stesse RSA, equivalente allo spegnere gli incendi con i lanciafiamme. È un problema molto più generale e congenito di una intera classe dirigente, quella della destra salvinianleghista, erede e complice ai tempi del Senatùr e di Bobo Maroni del "celeste" Formigoni, succube della rete di corruzione messa in piedi tra Varese e Milano da una delle eminenze grigie più potenti della Lombardia: un politico di altissimo profilo, detto il Mullah, legato a Marcello Dell’Utri e consigliere di Attilio Fontana nella formazione della giunta regionale. Con questa genìa di amministratori e di politici la regione più ricca d'Italia, la più produttiva, è destinata a finire economicamente a fondo. E la sua gente, i suoi cittadini se lo meritano ampiamente, visto chi si ostinano a votare...


Catastrofe. A Cremona ieri si sono presentati solo 58 over 80 su 600 attesi: la Moratti scarica tutto sull’agenzia (leghista) Aria. 


MILANO. Sbagliare tutto ciò che si può sbagliare. Sembra ďormai questo l’obiettivo della giunta di Attilio Fontana in materiadi vaccini. Anche ieri, infatti, all’hub di Cremona Fiere le sale  di attesa sono rimaste a lungo vuote, perché si sono presentati solo 58 dei 600 over 80 attesi. Ancora una volta per colpa dell’agenzia regionale Aria. Gli altri 542 pazienti, infatti, non hanno ricevuto l’sms con l’appuntamento. E, per evitare di gettare le dosi scongelate, la Atts Cremona è stata costretta a convocare direttamente gli anziani. Alla fine sono state circa 700 le persone vaccinate. Tutte fuori lista. Un copione che si era ripetuto identico il giorno precedente, quando pur di utilizzare tutti i vaccini, in mancanza dei 680 vaccinandi previsti, si è fatto ricorso al passaparola, alle catene whatsapp, alle telefonate ad amici e parenti. Giuseppe Papa, sindaco di San Bassano, paese di 2mila anime, sabato è arrivato a organizzare in fretta e furia due bus che sono andati a prendere gli over 80 a casa e li hanno trasportati all’hub.

TUTTI ESCAMOTAGE per tappare le voragini di un’organizzazione regionale inesistente, perché come ha tuonato Claudia Balotta, medico volontari o del centro vaccinale cremonese, “è del tutto inaccettabile questo malfunzionamento dovuto ad Aria Lombardia”. Oltre agli attacchi dei medici, ci sono quelli della politica. Dice il consigliere Pd Matteo Pilloni: “È vergognoso. E il sistema che Regione Lombardia utilizza ed è gestito da Aria è costato 20 milioni di euro. Soldi di tutti”. Uno tsunami di critiche che già sabato ha investito l’assessore alla Sanità Letizia Moratti, la quale ha cercato di prendere le distanze scaricando la croce su Aria. “L’inadeguatezza di @Aria Lombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È indecente!”, ha scritto su Facebook. Ieri ha ribadito: “Su @aria-Lombardia servono decisioni rapide e drastiche. I cittadini non devono pagare le inefficienze della burocrazia”. Il problema è che, come le ha ricordato ieri la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, “lei è il capo e ha non il diritto, ma il dovere di intervenire e porre rimedi”. Ma quello di Moratti è un siluro politico alla sua stessa maggioranza. Perché attaccare Aria, significa attaccare il potentissimo assessore regionale al Bilancio, Davide Caparini, l’uomo (di Salvini) che con la ex compagna di Matteo Salvini, Giulia Martinelli, fa il bello e cattivo tempo al Pirellone. È Caparini che volle a tutti i costi Aria Spa, creatura informe nata nel 2019 dalla fusione tre società regionali, Arca (Centrale Acquisti regionale), Lispa (Lombardia Informatica) e Ilspa (Infrastrutture Lombarde). Per Caparini Arca avrebbe dovuto rappresentare il fiore all'occhiello della Lega in fatto di partecipate. Non a caso proprio Caparini e Guido Bertolaso sono arrivati alle mani la settimana scorsa, dopo il post polemico di Bertolaso per l’ennesimo disservizio di Aria (i 300 anziani convocati erroneamente all’ospedale di Niguarda). Per questo l’attacco di Moratti ad Aria è una spaccatura tra Forza Italia e Lega. 

LA CONFERMA che il fallimento della campagna vaccinale rischia di essere il detonatore di una crisi profonda. Oggi è fissata una riunione alla quale dovrebbe partecipare anche Salvini. Si tenterà di anticipare la sostituzione di Aria con la piattaforma di Poste a fine marzo. Da Poste però fanno sapere che anticipare i tempi non è affatto semplice e che, comunque, il loro intervento, secondo gli accordi fino a oggi stipulati, dovrebbe riguardare solo le prenotazioni per le vaccinazioni di massa e non quelle per gli over 80.


SUBITO UN COMMISSARIO PER I VACCINI IN LOMBARDIA

https://iovax.blogspot.com/2021/03/subito-un-commissario-per-i-vaccini-in.html


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SUBITO UN COMMISSARIO PER I VACCINI IN LOMBARDIA

SUBITO UN COMMISSARIO PER I VACCINI IN LOMBARDIA

La Lombardia è la prima regione italiana per numero di vittime Covid, ma è tra le ultime (quartultima) per percentuale di vaccini somministrati.


Il ritardo nella partenza delle vaccinazioni, la disorganizzazione nelle prenotazioni, i disagi subìti per le inefficienze del sistema Aria (voluto e creato da Regione Lombardia) hanno procurato danni ai cittadini e la sensazione di una odissea senza fine.


I lombardi chiedono solo un servizio sanitario capillare ed efficiente e un sistema di vaccinazione rapido e che funzioni, la Regione invece gioca allo scaricabarile prima sul Governo, ora sul portale per le prenotazioni di Aria, costato 22 milioni di euro di denaro pubblico. 


Abbiamo bisogno di uscire subito dallo scontro interno agli organi regionali: Fontana e Moratti chiedano aiuto immediato al Governo e alle componenti commissariali affinché la campagna vaccinale, e quindi le possibilità di una rapida uscita dalla pandemia, proceda con la stessa efficienza delle più virtuose regioni italiane.


La Lombardia tornerà grande, ma per farlo ha bisogno di tutto l'aiuto possibile e di non essere lasciata da sola: il Governo Draghi nomini un commissario che garantisca una veloce ripresa e la salute dei cittadini lombardi.


FIRMA QUI

https://www.change.org/p/regione-lombardia-caos-vaccini-lombardia-subito-un-commissario-dal-governo-draghi




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Proposta del secolo a firma Lega

Proposta del secolo a firma Lega

 La lancia Durigon, sottosegretario all’Economia. 

Che oggi dice che, secondo lui, potremmo fare dei condoni “automatici” ogni 6-7 anni per le cartelle fiscali. Perché, poverini, mica possono “fare una legge ogni volta”. 

Facciamolo automatico e via, tipo abbonamento. Un colpo di genio.

Non si sa neanche come rispondere a questa proposta che è al limite del delirio. In pratica andremmo a sistematizzare una pratica che, per sua natura, incentiva l’evasione fiscale, andando così ad ingigantire un fenomeno che già arreca enormi danni così com’è. Per non parlare poi non dello schiaffo morale, ma del calcio morale nei denti, che gli onesti cittadini così riceverebbero ciclicamente a favore degli evasori, premiati ogni 6 anni. 

Ma son concetti che evidentemente vanno oltre la comprensione etica, oltre che tecnica, del sottosegretario Durigon, perché per arrivare a proporre con tanta leggerezza una roba del genere si deve vivere non su un altro pianeta, ma su un pianeta di una galassia sita dall'altra parte dell'universo.



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martedì 16 marzo 2021

Certosa di Trisulti: sfrattati i sovranisti statunitensi



Certosa di Trisulti

Consiglio di Stato sfratta gli estremisti di Steve Bannon dalla Certosa di Trisulti

Dopo anni di mobilitazione è finalmente arrivata la decisione del Consiglio di Stato, a seguito del ricorso presentato dal Ministero dei beni culturali. I seguaci del guru dell'estrema destra statunitense Steve Bannon dovranno lasciare l'abbazia di Trisulti, una certosa che ha rischiato di trasformarsi in una scuola internazionale per sovranisti. Un buco nero nel bel mezzo delle montagne della Ciociaria. Per le comunità locali, le associazioni del territorio, per movimenti e sindacato è una vittoria che impone a questo punto di restituire dignità e valore a una struttura che è patrimonio culturale di tutti. 


Certosa di Trisulti

La ferita aperta nel 2018 potrebbe così essere sanata, dopo tre anni di battaglie legali e molti punti che ancora restano oscuri. Nei mesi scorsi, la Fp Cgil di Roma e del lavoro ricordava come il presidente dell'associazione affidataria Dhi Benjamin Harnwell fosse indagato dalla Procura di Roma per falso e turbativa d’asta e che la società fosse sprovvista dei requisiti richiesti dalla concessione (come l’esperienza quinquennale nel settore della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale),nonché  in mora per il versamento della quota dovuta di manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura (di soli 100 mila euro) che sostituisce ogni forma di canone. 



 

Il caso era tornato all'attenzione dell'opinione pubblicato dopo che Bannon era stato arrestato la scorsa estate per frode negli Stati Uniti d'America. Già all'epoca il sindacato aveva ribadito che "Trisulti, come i tanti tesori artistici e architettonici del patrimonio pubblico di tutti noi, non può e non deve essere ceduta a privati per scopo diverso dalla sua tutela e valorizzazione"


Certosa di Trisulti


 “Vadano in un resort di Trump”


La decisione dei giudici di Palazzo Spada ribalta la sendenza del Tar di Latina che nel maggio scorso aveva assegnato l’ex convento di Collepardo, in provincia di Frosinone, alla Dignitatis Humanae Institute, l’associazione ultra cattolica che fa capo all'ex braccio destro di Donald Trump e che avrebbe voluto creare in Italia la scuola internazionale del sovranismo



Con questa decisione i giudici di Palazzo Spada ribaltano la sendenza del Tar di Latina che nel maggio scorso aveva assegnato l’ex convento di Collepardo, in provincia di Frosinone, alla Dignitatis Humanae Institute, l’associazione ultra cattolica che fa capo all’ex braccio destro di Donald Trump e che avrebbe voluto creare in Italia la scuola internazionale del sovranismo. “Il Consiglio di Stato ha deciso. Il seguace di Bannon deve lasciare la splendida abbazia di Trisulti, che non diventerà a questo punto la scuola dei sovranisti de noaltri, che ora al massimo potranno andare in qualche resort di Trump”, annuncia il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che in questi anni ha supportato, con interrogazioni parlamentari e partecipando alle varie marce, la protesta delle comunità locali contro la decisione di affidare all’associazione legata a Bannon l’Abbazia del 1200 in provincia di Frosinone. “Ora finalmente le comunità locali, le associazioni del territorio e lo Stato – continua Fratoianni – potranno valorizzare questo splendido tesoro del passato nell’interesse della collettività. Grazie a coloro che non si sono arresi in questi anni, al cui fianco abbiamo combattuto in questi anni, in Parlamento e nelle strade di fronte ad un’associazione che non aveva i requisiti per poter prendere possesso di un tale bene. Sono loro che oggi vincono questa battaglia riaffermando la centralità 

del bene comune e della legalità”.


Il primo ordine di sfratto pera partito lo scorso ottobre dal Ministero dei Beni Culturali guidato da Dario Franceschini che aveva annullato l’assegnazione della gestione del monastero benedettino sulla base della mancanza di requisiti da parte della Dignitatis, diretta dall’inglese Benjamin Harnwell. La decisione è stata motivata dal fatto che l’atto di autotutela del Mibact è partito troppo tardi, oltre (anche se di poco) il limite dei diciotto mesi di tempo dopo l’assegnazione della concessione. Un errore formale che però ha fatto vincere la partita in primo grado alla coppia Bannon-Harnwell, condannando il Ministero al pagamento delle spese processuali, circa 6.000 euro, oltre a quelle generali. Il Consiglio di Stato, però, ha ribaltato la decisione.


La vicenda è iniziata due anni fa, quando la Certosa di Trisulti è stata affidata alla Dignitatis Humanae, roccaforte del pensiero sovranista americano di cui non si conoscono i finanziatori e che all’epoca era presieduta Raymond Burke. Già al momento dell’assegnazione erano emerse le prime criticità, perché si era scoperto che “la gara per la concessione era stata vinta grazie ad un curriculum che poi si è rivelato quanto meno gonfiato, con alcune fondamentali carte falsificate”, come scriveva La Stampa. Nell’estate del 2019 il Mibact aveva inviato poi un’ispezione a sorpresa nel monastero, contestando tra le altre cose la mancata manutenzione dell’abbazia e poi il 16 ottobre del 2019 il ministero guidato da Dario Franceschini ha avviato la procedura per la revoca della concessione.

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Danni Arrecati all' Italia da

 silvio berlusconi ...

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lunedì 15 marzo 2021

Anm si spacca su Gratteri

Anm si spacca su Gratteri

 Sotto accusa il suo metodo comunicativo

Si riunisce il Comitato direttivo centrale, e lì si produce la frattura. Anche se il nome del procuratore capo di Catanzaro non viene fatto esplicitamente


Doveva essere un documento per sostenere i magistrati antimafia. Quindi dall’esito scontato. E invece finisce in uno scontro, durato un’intera domenica mattina, sul procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.

Si riunisce il Comitato direttivo centrale, e lì si produce la frattura. Il tutto si conclude con un nulla di fatto. Perché il documento di Area e di Unicost, che conteneva una critica – prima più esplicita, poi più velata – sulla “comunicazione” dei magistrati impegnati nei processi di criminalità organizzata, alla fine non passa. Il nome di Gratteri non c’è, ma tutti sanno che è lui l’oggetto delle critiche per via del suo metodo comunicativo. La votazione si conclude alla pari, 18 a 18. Il testo quindi non passa. Un buco nell’acqua. E nello stesso modo finisce anche la votazione sul documento di Magistratura indipendente, condiviso anche da Autonomia e indipendenza, e da Articolo Centouno – quest’ultimo unico gruppo all’opposizione nel governo dell’Anm – tutto puntato tecnicamente sull’aumento di magistrati e sigli incentivi per quelli che lavorano sulla criminalità.

I brusii partono subito quando l’ex presidente dell’Anm Luca Poniz, toga della sinistra di Area, legge e illustra il documento

Il punto all’ordine del giorno non lasciava prevedere un possibile scontro. Recitava così: “Individuazione di concrete azioni di sostegno dell’Anm a favore di magistrate e magistrati impegnati nei processi di criminalità organizzata”. Ma i brusii partono subito quando l’ex presidente dell’Anm Luca Poniz, toga della sinistra di Area, legge e illustra il documento. Proteste soprattutto sui seguenti passaggi: “Reputa, pertanto, necessario che le parti e, in particolare, la pubblica accusa evitino esternazioni che possano turbare la serenità del giudizio o che, peggio, alludano a pregresse, quanto generiche, disfunzioni dell’attività giurisdizionale, specie quando l’esito delle iniziative procedimentali non coincida con le proprie aspettative”.


E ancora: “Il ruolo dell’ufficio di procura, non solo nella dinamica procedimentale ma, specialmente, nelle comunicazioni con i media, deve continuare a essere quello di primo garante dei principi costituzionali (e, in particolare, di quello di non colpevolezza) e della tutela del giudice indipendente, naturale conseguenza del pieno inserimento del pubblico ministero nel corpo della magistratura”.

Partono le critiche. Nel testo il nome di Gratteri non ci sta, ma chi critica quel documento sostiene che nei fatti è come se ci fosse. Un riferimento – secondo le toghe di Mi e di Articolo Centouno – del tutto inopportuno, non solo perché si riferisce a interviste di Gratteri “antiche” ormai di due mesi, ma rispetto alle quali lo stesso Gratteri ha fornito tutti i chiarimenti del caso. Quindi, proprio per questo, si tratta di una questione ormai archiviata che non è il caso di riaprire.


A questo punto la spaccatura si palesa come inevitabile, anche perché l’ipotesi 

di rinviare il voto viene respinta da Area.


La corrente di sinistra delle toghe rielabora il suo testo, ne propone una seconda versione pubblicamente definita “più morbida”.

Nella quale si dice: “I processi di criminalità organizzata devono potersi svolgere in modo da assicurare condizioni di serenità nel giudizio e nello svolgimento di tutte le funzioni giudiziarie. Per raggiungere questo fine, tutti gli attori processuali, ma anche i rappresentanti delle istituzioni e della politica, devono evitare iniziative che, quale che sia la provenienza, possano turbare la serenità del giudizio e il rispetto dell’autonomia della giurisdizione”. Ma ecco un’altra frase che inasprisce comunque il dibattito: “Tutti gli attori devono porre attenzione alle dinamiche processuali evitando di proiettare all’esterno, specie nelle comunicazioni con i media, il confronto che solo in quel luogo deve essere utilmente e correttamente svolto”.


Frase che comunque viene ritenuta inopportuna perché ugualmente allusiva a Gratteri. Tant’è che, al momento del voto, i gruppi dell’Anm si dividono. Finisce 18 a 18, da una parte Area e Unicost, dall’altra Mi, Autonomia e indipendenza, Articolo Centouno. Con la stessa formazione non passa neppure il documento di Mi, che si limita a elencare le inderogabili necessità per i magistrati antimafia.

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Salvini Sciacallo, parla sotto l’effetto del Mojito non è reato

Salvini Sciacallo, parla sotto l’effetto del Mojito non è reato

Dire che Matteo Salvini “parla sotto effetto del Mojito, è uno sciacallo” non è un reato e non costituisce diffamazione ma si tratta di una critica politica: per questo la querela nei confronti di Ilaria Cucchi presentata dal leader della Lega è stata archiviata ieri dal tribunale di Milano. A scriverlo è stata proprio la sorella di Stefano Cucchi su Facebook ieri: secondo i giudici quello che ha detto Ilaria è da considerare diritto di critica: “Il Tribunale di Milano ha ritenuto che le mie espressioni, sicuramente molto forti, fossero tuttavia giustificate e “pertinenti” al contesto – spiega Cucchi – Insomma il Giudice ha ritenuto che io ho esercitato in maniera più che legittima il mio diritto di critica. Il Senatore Matteo Salvini se ne faccia una ragione”.



Quelle frasi su Salvini Sciacallo, ha scritto la giudice di Milano Lidia Castellucci nell’ordinanza depositata il 12 marzo, “non appaiono esternate per apportare un vulnus alla considerazione dell’offeso quanto piuttosto passibili di un uso funzionale, nel noto contesto della vicenda, ad argomentare un giudizio sulla persona che, per quanto forte e ‘violento’, rientra tuttavia nel perimetro della critica”. Tutta la storia era cominciata il 14 novembre 2019, dopo la notizia della condanna a 12 anni da parte della Corte d’Assise di Roma per i carabinieri imputati per omicidio preterintenzionale ai danni di Stefano Cucchi, dieci anni dopo della sua morte.


Salvini commentò la sentenza dicendo: “Questo testimonia che la droga fa male sempre e comunque”. Ilaria in varie interviste e anche sulla sua pagina lo accusò “di approfittare cinicamente delle disgrazie altrui per strumentalizzazioni politiche di basso livello. L’ho definito così “Uno sciacallo” – e non sono certo stata la prima – di “essere fuori dal mondo e di parlare evidentemente ancora sotto gli effetti del Mojito””. Poi arrivò la querela: “Matteo Salvini mi ha querelata, dolendosi del fatto che io ne avrei “voluto sminuire le risorse cognitive come uno che non capisce, che vive su un altro pianeta, che consuma cocktail e che dovrebbe occuparsi dei suoi processi”.



Già il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione per Ilaria Cucchi ma Salvini, assistito dalla sua avvocata Claudia Eccher, si era opposto. Di qui l’udienza, come prevede la legge, e ora l’ordinanza di archiviazione. Come racconta oggi Il Fatto Quotidiano, “Le esternazioni di Ilaria Cucchi su Salvini sciacallo – scrive la giudice – si inseriscono in una travagliata e oltremodo dolorosa vicenda giudiziaria… Appaiono sì forti e offensive ma funzionali, nell’acceso dibattito, a reagire a quella che è stata percepita come una indebita e inconferente associazione del ‘caso Cucchi’ alla problematica, generale, della droga… Ha utilizzato l’espressione ‘sciacallo’ per rimarcare semanticamente l’indebito accostamento che era stato fatto”.




Salvini e il mojito: Ilaria Cucchi e la lettera a La Stampa

Ilaria Cucchi in una lunga lettera pubblicata oggi da La Stampa ha spiegato le ragioni che l’hanno portata a definire Salvini sciacallo: “Nel perfetto stile del personaggio politico viene introdotto un argomento di comune e scontata condivisione che nulla ha tuttavia a che fare con la questione, tentando di sviare l’attenzione dall’omicidio finalmente riconosciuto. Propaganda becera sulla pelle della famiglia Cucchi. Come se noi sostenessimo il contrario, e, cioè, che la droga fa bene ed è bene farne uso. Ho accettato in silenzio che mi si dicesse che faccio schifo ma questo no. Quel giorno e in quei momenti era per me inaccettabile”.



E quindi: “La procura di Milano mi ha fatta convocare dalla Questura di Roma per sapere se confermavo quelle di aver usato quell’espressione nei suoi confronti. Il giudice ha riconosciuto che quelle espressioni avrebbero potuto essere astrattamente offensive ma che, accertato l’effettivo contesto nel quale le avevo proferite erano, in fin dei conti, pertinenti e, in quanto tali, legittima espressione del mio sacrosanto diritto di critica. Matteo Salvini, ha, in definitiva, lanciato il sasso per poi piangere tirando indietro la mano. Io sono solo una normale cittadina che però è abituata ad assumersi le proprie responsabilità. Me lo hanno insegnato i miei genitori. Non ho alcun bisogno del senatore Salvini. Non gli debbo nulla e non gli chiedo nulla. Solo di lasciarci in pace. Per favore. Grazie”.


Il 18 novembre 2019 Ilaria Cucchi aveva fatto sapere di aver querelato Salvini proprio per la frase sulla droga che fa male: “Il signor Matteo Salvini non può giocare sul corpo di Stefano Cucchi. Non posso consentirglielo. Questo era il suo volto quando io ed i miei genitori lo vedemmo all’obitorio il 22 ottobre del 2009. Questo era quel che rimaneva di Stefano. Dei suoi diritti. 

Della sua dignità di essere umano”.


Quindi l’annuncio della querela: “Lo devo a mio fratello. Lo devo a mia madre che, pur estremamente sofferente, ha trascorso tutta la giornata del 14 novembre scorso in attesa di una sentenza che ci rendesse giustizia. Lo devo a mio padre la cui fiducia nello Stato ha fatto sì che compisse il sacrificio più pesante che si potesse chiedergli: denunciare il proprio figlio, da morto e dopo averlo visto in queste terribili condizioni, per la sostanza stupefacente trovata a casa sua”.



Stefano Cucchi ha sbagliato ed avrebbe dovuto pagare ma non morire in quel modo. Il giorno in cui viene pronunciata la sentenza ha il coraggio di dire quelle parole come se fosse al bar e parlasse ai suoi amici? Sono solo una normale cittadina ma non posso fare altro che querelarlo. Mi piacerebbe tanto – conclude Ilaria Cucchi – che l’attuale Ministro dell’Interno sostituisse la costituzione di parte civile fatta proprio dal sig. Salvini con la propria. Non sono un avvocato ma forse potrebbe essere possibile. Ed ora che i leoni da tastiera si scatenino pure con le loro menzogne

 sempre più raffinate e costruite ad arte. Io vado avanti”.


leggi anche

Danni Arrecati all' Italia 

da silvio berlusconi ...

https://cipiri00.blogspot.com/2020/06/danni-arrecati-allitalia-da-berlusconi.html


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giovedì 4 marzo 2021

Non lo Voglio come Presidente della Repubblica

Non lo Voglio come Presidente della Repubblica


L'uomo più CORROTTO galeotto recidivo e Gaglioffo Giullare dell'Italia e del mondo !


Voglio solo ricordare che i politici di Destra delinquono più di altri . Non solo ma che collaborano direttamente con la la mafia e della mafia sono diretti e diretti dipendenti . Forza Italia è stata creata da mafiosi . Forza Italia è stata creata con una montagna di soldi sporchi della mafia come si sa da Sempre . E Salvini quanto la Meloni e i loro deputati tutti lo sanno e ne han goduto e ne godono i frutti ai danni di tutti gli italiani .

https://cipiri.blogspot.com/2015/05/danni-creati-allitalia-da-berlusconi.html



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Elodie Di Patrizi

Elodie Di Patrizi

Chi ha avuto la forza di arrivare fino all’una e venti passate ha potuto sentire questa giovane donna di 30 anni raccontare, con le lacrime agli occhi, la lunga strada per il successo, dall’infanzia senza acqua corrente né soldi per le bollette nella borgata di Quartaccio al sogno di diventare cantante

 (“ma mi sembrava troppo grande”).

“Se nasci in certi contesti, devi lavorare più degli altri per ottenere quello che ti spetterebbe di diritto” ha detto Elodie Di Patrizi. 

Poi ha cantato in maniera divina Mina con la sua prima band jazz, accanto al pianista e all’uomo che ha creduto in lei in un momento della vita in cui nemmeno lei ci credeva più.

Ma, prima ancora, è una donna che in questi anni ha sempre preso posizione ogni volta che c’era da difendere un diritto negato, a costo di fare nomi e cognomi.

Un giorno ha detto:

“Quando hai un ruolo politico hai un megafono. E se offendi gratuitamente qualcuno scatenando odio ti assumi una grande responsabilità. Non mi piace come la Lega cerca di accalappiare voti. Vorrei avere dei veri punti di riferimento a rappresentarci. Che sia stata a Lecce o nelle case popolari a Roma, ho sempre trovato una grande famiglia, gente che accoglie il diverso. Il Paese è meglio di chi lo rappresenta. Certo, c’è tanta ignoranza e sarebbe bello che

 chi ci governa la diminuisse, anziché far leva su quello.”

Ti meriti tutto, Elodie.



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Lucio Dalla


Lucio Dalla


“Si esce poco la sera, compreso quando è festa

E c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra

E si sta senza parlare per intere settimane

E a quelli che hanno niente da dire

Del tempo ne rimane”

- Il 1 marzo di 9 anni fa ci lasciava il grande Lucio Dalla



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Bookcrossing


Bookcrossing

Chi si ferma nella caletta di Portalga, a Polignano, si ritrova davanti una libreria mozzafiato. È una vecchia barca di legno - il gozzo di Carlino - adagiato sulla scogliera, davanti al mare. I pescatori che si prendono cura della caletta hanno donato nuova vita alla barca, anziché gettarla, pensando a un romantico bookcrossing.

Il gozzo di quasi sessant'anni - che prende il nome da quello del proprietario - è stato suddiviso in due dai pescatori: metà ha ospitato, nella stessa caletta, un presepe, e l'altra metà è diventata una libreria. L'intento è chiaro: "Prendi un libro, lascia un libro", è scritto in basso. I pescatori hanno voluto, allo stesso tempo, valorizzare sia la caletta, con la sua cultura e tradizione, che la lettura

Chiunque può prendere un libro, donandone un altro: attualmente sono presenti un centinaio di volumi, e i tre scaffali sono stracolmi. "Nelle belle giornate, alcuni lettori prendono i libri e li leggono in riva al mare - racconta uno dei frequentatori della libreria - La gente sta apprezzando".


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Lodovico Portesine si Vaccina


Lodovico Portesine

“Ho fatto la guerra in Russia, vorrete mica che abbia paura del Covid o dei vaccini”. Così Lodovico Portesine, alpino, 103 anni ha accolto il personale che gli somministrava il vaccino

 al San Martino di Genova.

Lodovico è andato all’ospedale con in testa l’inseparabile cappello da alpino con le spille che raccontano quella storia tragica. L’alpino Lodovico non l’ha mostrata ma ha anche una decorazione, una medaglia d’oro al valore che certifica il suo eroismo, proprio in relazione ad un episodio in quella ritirata che costò migliaia di vite ai soldati di varie nazioni.

Questo il post con cui l’ospedale San Martino ha festeggiato il suo eroico vaccinato: “ L’alpino Lodovico, 103 anni a novembre, classe 1918! Lui, che di sfide nella vita ne ha affrontate tante (ritirata di Russia), oggi ha deciso di far fronte anche a quella contro il Covid vaccinandosi presso l'ormai nostro noto presidio, l’efficiente Padiglione 3.

Grazie di cuore Lodovico, che la tua testimonianza possa essere di esempio per uscire al più presto da questa emergenza!!”.



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Maria Stella Gelmini


Maria Stella Gelmini

Maria Stella Gelmini nella conferenza stampa che ha presentato il DPCM di Draghi, ha fatto molti richiami alla discontinuità. Se questa pessima rappresentante della politica italiana, possedesse, anche parzialmente, un minimo concetto di decenza, dovrebbe essere discontinua con sé stessa.

Un Nobel per la fisica assegnato per una sensazionale scoperta, riguardante il "Bosone di Higgs", alla quale parteciparono alcuni ricercatori italiani del CERN, la indussero ad una gaffe clamorosa. Il tunnel usato dagli investigatori, per l'accelerazione di particelle, e che fu importante per gli studi del vincitore del Nobel, diventò, nell'immaginazione della preparatissima (?) allora ministro dell'istruzione, un tunnel fra il CERN (che si trova a Ginevra) ed il Gran Sasso (che si trova in Abruzzo) per i neutrini e finanziato, udite udite, dal suo governo con 45 milioni di euro.

Perché ed in base a quale qualità, una persona come Gelmini, possa giungere a incarichi così importanti, è tanto misterioso come "il Bosone di Higgs


Il suo misterioso e mai evidente talento, le ha consentito essere Ministro in due governi. Perché ed in base a quale qualità, una persona come Gelmini, possa giungere a incarichi così importanti, è tanto misterioso come "il Bosone di Higgs" e chi riuscirà a spiegarlo, sarà meritevole di Nobel.

Riuscì nel suo mai dimenticato passaggio al Ministero dell'istruzione, a distruggere la scuola italiana.

Porta il suo nome la contro-riforma che:

ha eliminato in molti indirizzi, l'insegnamento e lo studio di storia e geografia;

ha reso possibili le classi pollaio di oltre 35 studenti;

ha eliminato molti licei artistici e gli istituti d'arte;

ha definanziato la scuola per decine di miliardi;

ha bloccato il turn-over per anni;

ha precarizzato migliaia di insegnanti;

ha cancellato i finanziamenti per la ricerca scientifica;

ha cancellato o tolto i finanziamenti riguardanti la ricerca nelle Università;

ha costretto centinaia (forse migliaia) di investigatori scientifici italiani, ad andare all'estero ed arricchire con i loro lavori, le istituzioni scientifiche e le imprese di quei paesi;

ha finanziato, invece, la scuola paritaria (privata).

Oggi la ritroviamo Ministro, mentre spiega in una conferenza stampa, richiamando alla discontinuità con il precedente governo, perché i nostri figli non andranno a scuola e fornendo spiegazioni scientifiche. Proprio lei, l'antitesi dell'istruzione, della cultura, della scienza. Una che non sa neanche dove si trovi il Gran Sasso.

Legittimo che parli di discontinuità. A patto, però, che lo faccia con la precedente Gelmini. Con l'ospite fissa della famose cene eleganti di Villa San Martino. Anche se, in qualità di ospite di quelle cene, più di qualche voce, le accredita un gran talento.





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lunedì 1 marzo 2021

Canzone : Bella Ciao


Canzone : Bella Ciao


Canzone : Bella Ciao


Una mattina mi sono alzato

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

una mattina mi sono alzato

e ci ho trovato l'invasor.


O partigiano, portami via

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

o partigiano, portami via

che mi sento di morir.


E se muoio da partigiano

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

e se muoio da partigiano

tu mi devi seppellir.


Seppellire lassù in montagna

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

seppellire lassù in montagna

sotto l"ombra di un bel fior.


E le genti che passeranno

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

e le genti che passeranno

e diranno: o che bel fior!.


E" questo il fiore del partigiano

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

è questo il fiore del partigiano

morto per la libertà

 


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Informazioni


Roberto Leydi fa risalire il testo 

alla nota ballata popolare Fior di tomba, 

e la musica ad una filastrocca infantile derivata

 dall'altra nota ballata popolare Bevanda sonnifera.


Posteriore alla versione partigiana è un canto di risaia, 

dal repertorio di Giovanna Daffini, ma la musica di Bella Ciao è 

stata anche più volte utilizzata per canzoni nate in occasione di lotte di fabbrica.



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Meloni Non Merita la Mia Solidarietà


Meloni Non Merita la Mia Solidarietà

Per una volta faccio mio il giudizio di Selvaggia Lucarelli perché lo condivido in toto, aggiungendo che continuo a disprezzare i conformisti, gli indifferenti, i falsi moralisti e, soprattutto, gli opportunisti, della serie "hai visto mai che domani me la ritrovo alla testa del nuovo governo e mi conviene tenermela buona......."

"Non esprimerò alcuna solidarietà a Giorgia Meloni. E non la esprimerò nonostante - come ovvio - mi faccia orrore il linguaggio del professore Giovanni Gozzini", perché "l'insulto è odio, ma il linguaggio più subdolamente aggressivo è quello utilizzato per far leva sulle emozioni, sulle paure, sull'ignoranza e sull'identificazione del nemico in chi è fragile e diverso" ed è "quello utilizzato costantemente da Giorgia Meloni per la sua propaganda politica, quello masticato e vomitato da buona parte del suo elettorato sui social e fuori dai social". Così su Facebook Selvaggia Lucarelli. "Io non la esprimo la solidarietà alla Meloni, che non ne ha certo bisogno. Rimprovero il professore, ma non mi stringo a lei, non provo alcun sentimento di vicinanza nei confronti di chi 'Ringrazio per la solidarietà ricevuta da donna, madre e italiana'. Da madre e italiana. Perché se fosse stata figlia e straniera quello 'scrofa', chissà, sarebbe stato un po' meno grave. Al massimo, cito proprio Giorgia Meloni, quella che quando un consigliere comunale del suo partito scrisse 'Lesbiche e gay ammazzateli tutti', lei 'Frasi gravi ma nessuna lezione da Pd!'. Ecco, frasi gravi quelle del professore, ma non prendo lezioni da Fratelli D'Italia. E dalla Meloni", conclude Lucarelli.



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Oggi Facebook è Pieno di Virus

Oggi Facebook è   Pieno di Virus

Oggi Facebook è 

Pieno di Virus

 

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Lavoro per Cipiri


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Alicia Keys

Alicia Keys


"Sono cresciuta con prostitute ad ogni angolo di strada. Io sono quella persona che sarebbe dovuta finire ad essere una prostituta, una ragazza madre di 16 anni oppure una drogata. Io sono quella che poteva trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato e rimanere ferita o uccisa.

Dovevo sempre indossare qualcosa di molto largo, molto scuro, con i capelli sempre tirati indietro. Mi sentivo come se le persone mi guardassero e provassero a toccarmi. Per molte ragazze camminare per le strade è ancora un rischio per la loro sicurezza.

Tutte le canzoni che ho scritto e che sono state considerate incoraggianti o edificanti, le ho scritte nel mio punto più basso. Perché avevo bisogno di ricordare a me stessa: non dimenticare.

Per tutta la nostra vita cerchiamo di capire come essere delle brave ragazze, quando in realtà, la cattiva ragazza non è cattiva, sta solo esprimendo un altro lato, oppure è in contatto con rabbia o frustrazione.”

 Alicia Keys




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Flashmob Maschile contro i Femminicidi

 

Flashmob Maschile contro i Femminicidi

Da brividi ed emozionante il primo #flashmob maschile contro i #femminicidi e la #violenzadigenere che si è svolto oggi a #Biella . Grazie ai nostri uomini con #scarpetterosse e #mascherinerosse. Forza, imitateli , in ogni città, paese, contrada . Da oggi mai più sole. La mattanza deve finire. Grazie a #PaoloZanone di #Teatrando che ha gettato il sasso dello stagno coinvolgendo tanti uomini che ci hanno fatto piangere .....


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Fate il Vaccino

 

Fate il Vaccino

Si è presentato all’appuntamento per ricevere il vaccino

 con un fazzoletto al collo di tre colori:

 verde, bianco e rosso


Per lui quell’oggetto significava molto: lo indossava quando era un ragazzino, e difendeva l’Italia dai tedeschi. Michele Mancini, classe 1930, è stato uno degli ultraottantenni che ha potuto ricevere la prima dose di vaccino anti Covid-19. E il suo senso del dovere è smisurato, simboleggiato da quel tricolore che ha voluto portare con sé.

“Da ragazzino 13enne ha combattuto per scacciare i soldati tedeschi dalla sua Bari – fanno sapere dall’azienda sanitaria locale - e ora che ne ha quasi 91 vuole battere un altro temibile 'nemico': il Coronavirus. Ieri aveva la forza della gioventù e degli ideali, oggi la saggezza e il vaccino. Ma sempre dalla stessa parte: quella della libertà e della vita. E con indosso lo stesso tricolore di 68 anni fa”.


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Esempio di Partita Iva

Si chiama Umberto Carriera ed è un ristoratore di Pesaro, per la precisione quello che ha dato il via agli scontri di piazza nella manifes...