Sotto accusa il suo metodo comunicativo
Si riunisce il Comitato direttivo centrale, e lì si produce la frattura. Anche se il nome del procuratore capo di Catanzaro non viene fatto esplicitamente
Doveva essere un documento per sostenere i magistrati antimafia. Quindi dall’esito scontato. E invece finisce in uno scontro, durato un’intera domenica mattina, sul procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
Si riunisce il Comitato direttivo centrale, e lì si produce la frattura. Il tutto si conclude con un nulla di fatto. Perché il documento di Area e di Unicost, che conteneva una critica – prima più esplicita, poi più velata – sulla “comunicazione” dei magistrati impegnati nei processi di criminalità organizzata, alla fine non passa. Il nome di Gratteri non c’è, ma tutti sanno che è lui l’oggetto delle critiche per via del suo metodo comunicativo. La votazione si conclude alla pari, 18 a 18. Il testo quindi non passa. Un buco nell’acqua. E nello stesso modo finisce anche la votazione sul documento di Magistratura indipendente, condiviso anche da Autonomia e indipendenza, e da Articolo Centouno – quest’ultimo unico gruppo all’opposizione nel governo dell’Anm – tutto puntato tecnicamente sull’aumento di magistrati e sigli incentivi per quelli che lavorano sulla criminalità.
I brusii partono subito quando l’ex presidente dell’Anm Luca Poniz, toga della sinistra di Area, legge e illustra il documento
Il punto all’ordine del giorno non lasciava prevedere un possibile scontro. Recitava così: “Individuazione di concrete azioni di sostegno dell’Anm a favore di magistrate e magistrati impegnati nei processi di criminalità organizzata”. Ma i brusii partono subito quando l’ex presidente dell’Anm Luca Poniz, toga della sinistra di Area, legge e illustra il documento. Proteste soprattutto sui seguenti passaggi: “Reputa, pertanto, necessario che le parti e, in particolare, la pubblica accusa evitino esternazioni che possano turbare la serenità del giudizio o che, peggio, alludano a pregresse, quanto generiche, disfunzioni dell’attività giurisdizionale, specie quando l’esito delle iniziative procedimentali non coincida con le proprie aspettative”.
E ancora: “Il ruolo dell’ufficio di procura, non solo nella dinamica procedimentale ma, specialmente, nelle comunicazioni con i media, deve continuare a essere quello di primo garante dei principi costituzionali (e, in particolare, di quello di non colpevolezza) e della tutela del giudice indipendente, naturale conseguenza del pieno inserimento del pubblico ministero nel corpo della magistratura”.
Partono le critiche. Nel testo il nome di Gratteri non ci sta, ma chi critica quel documento sostiene che nei fatti è come se ci fosse. Un riferimento – secondo le toghe di Mi e di Articolo Centouno – del tutto inopportuno, non solo perché si riferisce a interviste di Gratteri “antiche” ormai di due mesi, ma rispetto alle quali lo stesso Gratteri ha fornito tutti i chiarimenti del caso. Quindi, proprio per questo, si tratta di una questione ormai archiviata che non è il caso di riaprire.
A questo punto la spaccatura si palesa come inevitabile, anche perché l’ipotesi
di rinviare il voto viene respinta da Area.
La corrente di sinistra delle toghe rielabora il suo testo, ne propone una seconda versione pubblicamente definita “più morbida”.
Nella quale si dice: “I processi di criminalità organizzata devono potersi svolgere in modo da assicurare condizioni di serenità nel giudizio e nello svolgimento di tutte le funzioni giudiziarie. Per raggiungere questo fine, tutti gli attori processuali, ma anche i rappresentanti delle istituzioni e della politica, devono evitare iniziative che, quale che sia la provenienza, possano turbare la serenità del giudizio e il rispetto dell’autonomia della giurisdizione”. Ma ecco un’altra frase che inasprisce comunque il dibattito: “Tutti gli attori devono porre attenzione alle dinamiche processuali evitando di proiettare all’esterno, specie nelle comunicazioni con i media, il confronto che solo in quel luogo deve essere utilmente e correttamente svolto”.
Frase che comunque viene ritenuta inopportuna perché ugualmente allusiva a Gratteri. Tant’è che, al momento del voto, i gruppi dell’Anm si dividono. Finisce 18 a 18, da una parte Area e Unicost, dall’altra Mi, Autonomia e indipendenza, Articolo Centouno. Con la stessa formazione non passa neppure il documento di Mi, che si limita a elencare le inderogabili necessità per i magistrati antimafia.
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